Ritorno a Su Spiria per la terza volta. La prima fa parte della mia precedente vita speleologica, anni '80 un ricordo di una faticaccia bestiale.. Un secondo breve assaggio qualche mese fa e ora ci siamo: il momento è giunto per affronatare con lo spirto giusto il pellegrinaggio verso i luoghi mitici del'epopea esplorativa del complesso della codula ilune, il ramo dei francesi, l'omino che Penez fece al termine di una incredibile immersione nel lgo di Su Palu e un 'giretto' di oltre un km oltre il sifone. La compagnia è quella ormai abitudinaria dei campi di inizio anno, Paolo, Donatella. Eze, Annalaura, Tore (unico conoscitore della grotta). Passiamo dal bypass, per arrivare al campo dei veronesi. Il percorso è bello, grandi sale, belle gallerie ma abbastanza impegnativo. Ci accompagna la fama un pò sinistra della grotta e le domande dei nostri compagni si fanno insistenti (avevo promesso che dopo il meandro si procedeva con una tranquilla camminata... in effetti era una ...impegnativa progressione). Tore ricorda un campo dagli esiti non proprio felici, con gente sfinita, sassi caduti etc: la cattiva fama di Su Spiria aumenta. Forse per questo motivo il campo, durante la notte si anima di strani personaggi (almeno nel sogno di Anna): una bambina un pò diabolica con uno sguardo enigmatico e angosciante sorveglia il nostro sonno.
Dopo la dormita rigenerativa ci mettiamo in cammino nel gigantesco salone CC, un vuoto immenso con al fondo una frana che degrada sul fiume. Nel mezzo della frana troviamo la bellissima bocca dello squalo. Vaghiamo nella sala, sbagliamo strada scendendo verso il basso, risaliamo e attraverso una colata scendiamo alle vie nere, attraverso cui si giunge al meandro e al campo alla fine del meandro stesso. La via non è immediata, sbagliamo spesso percorso, anche se troviamo numerose indicazioni. Risaliamo nella sala dei ciclopi e, attraverso una galleria troviamo la risalita per il ramo della giunzione. E' il punto fatidico che consentì di trovare la congiunzione tra Su palu e Monte Longos con il ritrovamento del mitico omino di Penez. Arriviamo quindi al fiume, abbiamo tardato parecchio, per il sifone se ne parlerà un'ltra volta. Si torna al campo per una cena e una dormita rigenerativa. Ci avviamo verso l'uscita felici delle emozioni che questa bellissima grotta ci ha regalato ma... non è finita. L'uscita dalla sella ci ricorda che la fama di Su Spiria non è immotivata e le imprecazioni di Paolo, hanno l'effet to di smuovere la sella per consentirgli di disincastrare il bacino: si sarà veramente mossa la pietra o è un altro sogno?
E' molto reale invece il graditissimo comitato di accoglienza all'uscita con Cinzia, Valentina, Francesca e Rosalba, il fuoco e qualcosa da metterci sopra. Abbiamo fatto il pieno di emozioni per l'anno che inizia.