Accettiamo volentieri l’invito di Nicola ed Elena a trascorrere una settimana sulle Alpi Apuane in campeggio a Vagli Sotto, nel campo speleo organizzato dal gruppo di Reggio Emilia che vede la partecipazione di speleo emiliani, siciliani, toscani, francesi e cinque casinisti dall’isoletta sarda (Tore, Cinzia, Gianni, Rosalba e Annalaura).
Dopo qualche giro per Lucca e un bel trekking in Val Serenaia ci accingiamo a visitare alcune delle famose grotte delle Apuane.
Le grotte…. La più gettonata, e motivo principale del viaggio, era il Corchia che ha una delle imboccature in una cava. Tutto bianco, accecante per raggiungere l’ingresso tra il pietrame della discarica. Mentre ci avviciniamo sentiamo il suo respiro, impressionante la buca di Eolo, un forte vento che ti respinge all’ingresso. Siamo imbottiti, si sapeva che la grotta è fredda ed è sconsigliato fermarsi per non gelare.
Per la classica traversata del Corchia si parcheggiano le macchine all’ingresso della parte turistica. Quindi ci si inerpica su una carrareccia che, attraverso diversi tornanti, ci porta all’ingresso, la famosa buca di Eolo, percorrendo i salita i 400 m di dislivello che, in grotta, faremo in discesa. La grotta è meno fredda di quello che ci aspettavamo: siamo coperti come quando si va nelle grotte più fredde in Sardegna (come s’Edera) e si sta benissimo. Le calate sono state attrezzate il giorno prima, il gruppo di coda disarma, volta per volta che si scende, con un percorso simile al canyoning. Dopo diverse brevi calate iniziali si percorre un lungo canyon, con lunghi tratti in opposizione, molto bello, forse la parte migliore del percorso. Si arriva a dei traversi che portano, dope altre brevi calate al Pozzacchione, un pozzo da 50 m frazionato. Tira un po’ di arietta fredda che consiglia di muoversi. Si scende per una altro pozzo in appoggio.
Mangiamo qualcosa e ci addentriamo lungo blocchi di frana, e attraverso un discenderia di 40 m su corda, giungiamo al pozzo delle lame, riconoscibile per le lame di roccia su cui è armato l’attacco. Proseguiamo in una sala con un corrimano che porta in un buco da cui ci si cala per circa 35 m nel pozzo del Portello, spettacolare calata nel vuoto, unico tiro. Si prosegue in orizzontale, fino alla calata che porta al ramo turistico.
Il ramo turistico è attrezzato con scale e passerelle in acciaio, 1700 gradini che si snodano tra le bellissime concrezioni, un Sali e scendi tra sale e laghetti intelligentemente illuminati: solo al nostro passare si accendono i neon. Usciamo in una galleria artificiale, con diverse porte che servono a non modificare il clima della grotta. Lungo le pareti sono pubblicizzate le grotte turistiche d’Italia e la Sardegna è grandemente rappresentata.
La seconda grotta che facciamo è la Milazzo, definita la più ‘Sarda’ delle Apuane per l’ampiezza degli ambienti e la ricchezza di concrezioni, oltre che per il suo sviluppo prevalentemente orizzontale.
L’ingresso è una piccola galleria sulle cui pareti troviamo i geotritoni, tre piccoli e un adulto dai colori metallici. La guida è Siria, una speleo toscana, mentre Alan, romagnolo, arma la calata iniziale. Arriviamo così al famigerato lungo cunicolo da superare prima di poter camminare in piedi. Ci avevano avvisato e in effetti la sera prima c’è stata una gara per strettoisti consistente nel passaggio tra due tavole di legno che venivano progressivamente avvicinate. Nel cunicolo si procede strisciando, il problema sono tre strettoie. La prima è nella parte iniziale, forma un angolo. Sento Rosalba in affanno davanti a me, effettivamente è un pò strettina. La seconda è ancora peggio: un collo d’oca che si allaga anche completamente in caso di pioggia. Ci passo giusto giusto con le pietre che rotolano sulle costole. La terza è un laminatoio in salita tra due lastre di marmo: devo forzare i passaggio del torace e dei glutei. Anche Rosalba è fuori, sospiro di sollievo.
Finalmente la grotta si apre, proseguiamo su dei traversi, che ci portano a delle belle gallerie, meandri con pisoliti, e grandi sale di crollo (Obelix e Asterix). L’obbiettivo è raggiungere una bella sala sul fiume, ma sorpassiamo il passaggio e andiamo oltre. Siria cerca di ricordare il punto giusto, ma va bene così, la grotta è bella ci ha regalato forti emozioni. Torniamo indietro e affrontiamo le famigerate strettoie (senza attrezzi, questa volta). All’uscita dal cunicolo ci sembra di essere fuori da un parto. La salita in corda è una passeggiata per arrivare fuori.