Torniamo a Oddoulagi dopo diversi mesi di assenza. Abbiamo diverse cose da fare, la squadra è numerosa e ci dividiamo i compiti. Francesco con un gruppetto entra nella Nurra di Monte Ulagi per continuare la disostruzione sul fondo, Sirio è attrezzato per le foto, il sottoscritto con Sandro e altri compagni andiamo in ricerca esterna.
Alla fine della giornata, mentre esce il gruppo entrato in grotta, Sandro trova un buco sul terreno vicino al campo. Si apre sul suolo sotto gli alberi, ampio un metro e mezzo e scende giù. Armiamo su un grosso ramo di leccio che si sporge sopra l'apertura, Giovanna e Cinzia scendono fino a quando non finiscono le poche corde a disposizione, cordini annodati compresi.
La Nurra di Monte Ulagi è ormai arrivata alla chiusura e già ci vediamo proiettati verso un nuovo pozzo, chissà quanto è profondo, dove arriva, sarà crollato da poco il tappo di terra, il film della fantasia inizia a galoppare.
La settimana successiva non abbiamo molte esitazioni nella programmazione del week end: si va a Oddoulagi a esplorare la grotta nuova. Entriamo speranzosi, alla base del pozzo iniziale la grotta prosegue con una diramazione laterale, si passa una strettoia e… c'è una scritta sua muro: ALRAIS. Svanisce immediatamente l'idea di nuove entusiasmanti scoperte e inizia il rompicapo: chi diavolo avrà lasciato quella scritta enigmatica con il nerofumo? E poi la morfologia della grotta appare diversa dalle poche grotte conosciute in zona. Qui hanno bazzicato i bolognesi negli anni '60, a cui risalgono le tre grotte presenti a catasto prima delle nostre ricerche.
Intanto rileviamo la grotta, che comunque chiude senza prosecuzioni. Tornati a casa, Cinzia cerca di recuperare i vecchi numeri di Sottoterra, la rivista dell'Unione Speleologica Bolognese, per cercare di avere qualche informazione. Io butto giù il rilievo e si comincia a vedere una certa somiglianza con la Nurra di Monte ULLagi (con due elle) che effettivamente non avevamo ancora ritrovato. La posizione è molto diversa da quella riportata in catasto e manca un bel pezzo di grotta. Ma il pozzo per morfologia e dislivello è proprio lo stesso. Insomma, i bolognesi non avevano finito il lavoro e lasciato il rilievo a metà.
Pazienza sarà per un'altra volta. Ma cosa significherà quella scritta di 50 anni fa?